Quando si parla del mondo delle stampanti non si può fare a meno di menzionare grandi nomi conosciuti a livello internazionale come quello dell’HP o Hewlett-Packard.
Xerox propone 27 miliardi di dollari per acquistare HP
Questi ultimi anni non sono facili per nessuno ed anche quando si ha a che fare con grandi nomi dell’informatica e tecnologia come HP non si può fare a meno di parlare di crisi, di licenziamenti e del calo del fatturato. Per chi non lo sapesse, difatti, durante lo scorso mese di ottobre l’azienda di HP Color Toner per stampanti laser HP aveva annunciato un taglio tra i 7000 e 9000 posti di lavoro da farsi entro l’anno fiscale 2022, così da poter attuare un grande piano di ristrutturazione per un risparmio totale di 1 miliardo di dollari all’anno.
Nel complesso, quindi, si parla di tagli pari a quasi il 16% della forza lavoro attuale costituita in questo momento da 55 mila dipendenti, distribuiti in tutto il pianeta. Ora l’azienda di Palo Alto, in California, ha un valore di 29 miliardi di dollari che è addirittura il triplo di quello che, invece, è stato attribuito all’azienda Xerox, altro nome noto statunitense produttrice di stampanti e fotocopiatrice.
La situazione attuale di Hewlett-Packard
Tra gli investitori azionisti del marchio entrati da poco nella famiglia HP vi è Carl Icahn – possiede una quota di HP quantificabile in 1,2 miliardi di dollari – che ha deciso proprio di recente di fare qualche pressione sugli azionisti del brand californiano per invogliare il CDA ad approvare una proposta di acquisizione che, a suo avviso, è senz’altro interessante.
L’offerta giunta ad inizio del mese di novembre è quantificabile nell’importo di 27 miliardi di dollari e successivamente è stato trasformato in un’OPA da 33,5 miliardi, con un mix di contante e di azioni. La stessa HP, dinanzi a questo tipo di proposta, ha deciso di respingere l’offerta anche perché – come abbiamo accennato già nel precedente paragrafo – la stessa HP è tre volte più grande della Xerox (l’investitore in tal caso possiede una quota del 10,6%).
Ad ogni modo, Carl Icahn spinge verso questa fusione delle due aziende in maniera tale da poter consolidare il potenziale di entrambe e, allo stesso tempo, di poter ampliare ulteriormente la soglia di risparmio dei costi. In egual modo, l’uomo vuole pure creare un portfolio equilibrato dei prodotti destinati alla stampa e, quindi, al mondo dell’ufficio e lavoro. Va considerato, altresì, che il consiglio di amministratore ha parlato di un calo di fatturato pure per la Xerox: l’azienda d’oltreoceano, infatti, si è ritrovata a passare da 10,2 a 9,2 miliardi di dollari su base annua a partire dal mese di giugno 2018.
HP prende tempo per pensare alla proposta
L’investitore Icahn, stando a quanto ha riferito ai media, prevede che con questa operazione di fusione tra HP e Xerox sia possibile risparmiare fino a 2 miliardi di dollari e lo stesso ha posto l’accento a più riprese che l’unione tra questi due grandi del mondo delle stampanti è ovvia e soprattutto è da farsi per cercare di rimediare all’attuale situazione. Un rifiuto da parte dei vertici di HP, secondo quello che ha riferito, è dovuto esclusivamente ad un imposizione fatta da parte dei manager che “vogliono tenersi le loro redditizie poltrone”.
In questo periodo, HP è in fase di contrattazione per l’eventuale fusione, ma nel frattempo entrambe le aziende stanno facendo dei programmi di riduzione dei costi. Secondo le stime l’azienda del Connecticut Xerox ridurrà le sue spese annuali di 640 milioni di dollari. Ad ogni modo, HP è più cauta e preferisce continuare con la sua strategia a lungo termine, investendo per quanto possibile sul mercato e su un’industria che sembra essere sempre di più in continua evoluzione.